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Unione dell’Appennino: Si intervenga sui trasporti ferroviari

Scritto da il Luglio 6, 2020

I sindaci dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese sollecitano TPER-Trenitalia e la Regione Emilia-Romagna affinché si intervenga subito per risolvere i problemi delle linee ferroviarie dell’Appennino.

Lo scorso febbraio i sindaci avevano inviato una lettera a TPER-Trenitalia per manifestare la loro preoccupazione in merito alle vicende riguardanti il servizio ferroviario regionale.
In particolare le vicende riguardavano la linea ferroviaria Porrettana, puntualmente segnalate dagli utenti delusi.

In quei giorni il Comitato per la Ferrovia Porrettana denunciava treni soppressi o in ritardo, con disservizi per almeno 25/30 mila viaggiatori.
Già allora erano emerse forti perplessità nei confronti dei treni “Pop”, giudicati insufficienti negli orari di maggior affluenza, sia per la scarsità di posti sia perché hanno solo tre porte d’accesso.
Ritenuti più moderni ed efficienti, questi treni si sono rivelati inadatti specie nelle fasce orarie con maggior frequenza.

A maggio la giunta dell’Unione era tornata ad affrontare il tema.
I timori degli amministratori erano legati al rischio che treni sovraffollati potessero diventare veicoli di contagio per il coronavirus.

Se durante la fase più grave della pandemia i servizi erano stati garantiti in sicurezza, i sindaci evidenziavano un grosso interrogativo sull’evoluzione futura. Il ritorno dei pendolari richiede l’aumento dell’offerta per garantire il distanziamento da parte degli utenti.

Le preoccupazioni degli amministratori si sono, purtroppo, dimostrate più che fondate.
Nei giorni scorsi un guasto a un deviatoio a Santa Viola e un guasto al passaggio a livello di Borgonuovo hanno causato disagi fino a tarda serata.
Per poter rientrare dal lavoro i pendolari hanno dovuto viaggiare stipati nei treni, annullando completamente le precauzioni anti Covid.

I sindaci dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese spiegano:
«Il servizio pubblico è vitale per l’economia dei centri dell’Appennino.
Per i pendolari che lavorano in città, per gli studenti, per i turisti e i visitatori che lo integrano a percorsi a piedi o in bici.
Abbiamo segnalato i primi problemi dei nuovi treni a inizio anno, attribuendoli a una fase di collaudo, abbiamo pazientato durante l’emergenza perché in quelle circostanze non si poteva chiedere di più. Ma adesso chiediamo una decisa inversione di rotta prima che riaprano le scuole e la situazione precipiti».

Fonte: Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese


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