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Poste Italiane: Tensione e code agli uffici postali in Appennino

Scritto da il Marzo 27, 2020

I sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese denunciano la grave situazione che si sta verificando nelle filiali di Poste Italiane, a seguito della chiusura degli uffici periferici.

Il presidente dell’Unione e sindaco di Castiglione dei Pepoli, Maurizio Fabbri spiega:
«Purtroppo il condivisibile obiettivo di proteggere alcuni dipendenti sta mettendo ancora di più a rischio il lavoro di altri, e la salute dei cittadini. Questo è francamente ingiustificabile.
In un momento difficile come questo, in cui siamo tutti impegnati a far rispettare le direttive nazionali e regionali, non possiamo anche doverci occupare dell’ordine pubblico presso gli uffici postali».

La scelta di Poste Italiane

Su tutto il territorio italiano Poste Italiane ha deciso di riorganizzare il servizio.
Sono ridotti a tre giorni l’apertura per tutti gli uffici che effettuano turno unico (8:20 – 13:35) e per quelli che effettuano il doppio turno (8:20 – 19:05), nei comuni sotto i 25 mila abitanti.
Il disagio più grave è stato comportato dalla chiusura completa degli uffici delle frazioni periferiche.
Così da un lato si vede la formazione di code e assembramenti e dall’altro si costringono i cittadini a percorrere decine di chilometri per recarsi agli uffici.

In Appennino, spiegano i sindaci, la condizione peculiare è quella di avere uffici postali molto distanti da quelli del capoluogo, che possono superare anche i dieci chilometri.
Anche la calendarizzazione degli accessi, divisi in ordine alfabetico, può creare qualche disordine o conflitto tra i cittadini.
Le forze di polizia municipale, già duramente impegnate in questi giorni, non possono certo occuparsi anche della gestione degli accessi agli uffici per conto di Poste Italiane.

Fabbri conclude dicendo che:
«Questa situazione di emergenza ci fa capire di quanta strada dobbiamo ancora fare sul fronte del digital divide e della alfabetizzazione informatica. Tanti nostri residenti, i più anziani, ritirano la pensione o pagano i bollettini in contanti.
Ci lavoreremo, ma intanto non possiamo costringerli a esporsi a un rischio maggiore o lasciarli senza soldi».

Fonte: Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese


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