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Fiume Setta: Il punto della situazione

Scritto da il Febbraio 19, 2020

La direttrice dell’Agenzia Regionale per la Protezione Civile, Rita Nicolini, lo scorso 13 febbraio ha visitato la frazione di Rioveggio (Monzuno) ospite del sindaco Bruno Pasquini.
Qui ha potuto osservare gli interventi che sono stati realizzati nei pressi della località Molino Cattani e fare il punto con i tecnici sullo stato di un territorio che ha subito diversi gravi danni a causa del maltempo.

Nel corso della mattinata sono stati sia verificati i lavori conclusi che quelli in corso e sono state individuate strategie comuni di progettazione e finanziamento per garantire la sicurezza di tutte le frazioni vicine ai fiumi.
Le precipitazioni violente degli ultimi anni hanno provocato frane e smottamenti in tante aree dell’Appennino.

La principale è sicuramente quella che ha colpito la SP325 Val di Setta, crollata lo scorso aprile.
Si è parlato anche di questo durante l’incontro, dove il sindaco Pasquini ha chiesto supporto all’agenzia regionale per comprendere a quale punto siano le progettazioni presentate alla cittadinanza nei mesi scorsi e per chiedere collaborazione nel sollecitare l’avvio dei lavori.

La frana sulla SP325 è ancora in movimento e ciò complica i lavori, sollecitati anche dalla popolazione.
Con la chiusura della provinciale i veicoli si riversano su piccole strade comunali adiacenti, che però non possono sopportare a lungo il traffico, soprattutto quello dei mezzi pesanti.

Le parole della direttrice Nicolini sugli interventi del Setta

La direttrice ha commentato:
«La grossa emergenza dello scorso novembre era stata proceduta da un’altra situazione critica nel maggio 2019.
Avendo ottenuto lo stato di dichiarazione di emergenza abbiamo la possibilità di intervenire.
Queste infrastrutture sono importanti e il lavoro dovrà analizzare il loro rapporto con il fiume: devono essere sicure e al tempo stesso consentire al fiume di scorrere in sicurezza.
C’è il nostro massimo impegno con i tecnici del servizio per continuare a lavorare in questi territori».

Fonte: Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese


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