IN ONDA

Radio Fresh

Traccia corrente

Titolo

Artista


Cinghiali, Coldiretti lancia l’allarme e chiede interventi ai Comuni dell’Appennino

Scritto da il Marzo 27, 2018

In Appennino continua l’emergenza a causa dei danni causati dal numero eccessivo di cinghiali. A lanciare l’allarme è Coldiretti Bologna che, attraverso una nota, chiede di  emanare al più presto un’ordinanza per svolgere una attività di controllo del numero dei cinghiali in eccesso.  Un appello rivolto ai sindaci dei comuni di Lizzano in Belvedere, Gaggio Montano, Alto Reno Terme, Camugnano e Castel di Casio, per evitare il definitivo abbandono della montagna da parte degli agricoltori.
” Motivo della richiesta – spiega Coldiretti Bologna nella nota –  è la continua devastazione dei campi, con decine e decine di ettari di raccolti distrutti in diversi Comuni della montagna bolognese, dove i cinghiali sono ormai fuori controllo, con una densità di animali per ettaro al di sopra del sopportabile dall’uomo e dalla natura. I produttori agricoli sono ormai esasperati di fronte al ripetersi di attacchi alle colture che stanno erodendo irrimediabilmente il reddito già risicato delle imprese agricole nelle zone di montagna. Non è un caso infatti che molti agricoltori stiano abbandonando i campi – rileva l’associazione – come dimostra il fatto che dagli anni 2000 ad oggi,  sulla montagna bolognese due agricoltori su tre hanno chiuso l’azienda e a fronte delle 3.000 imprese agricole censite all’inizio del terzo millennio oggi ne rimangono meno di 1.000.
Nelle zone montane – informa Coldiretti  – i cinghiali hanno preso possesso delle aree agricole e dei boschi rendendo impossibile l’attività di coltivazione e allevamento, al punto da mandare in fumo il raccolto di un anno intero, mettendo in crisi gli allevamenti a causa della distruzione dei campi di foraggio che rende impossibile l’utilizzo del fieno aziendale. Ad essere colpiti non sono solo le attività agricole, ma vengono messe a rischio cose e persone come dimostra la crescita esponenziale degli incidenti stradali che vedono coinvolti proprio i cinghiali. Il carico eccessivo di questi animali – sottolinea Coldiretti – mette in crisi anche l’ecosistema, con forti problemi per la biodiversità in quanto si crea una situazione di forte sofferenza della piccola fauna e della flora, con la distruzione sistematica di gemme e rigetti delle piante, come sostenuto più volte anche dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”.
A pensare seriamente all’abbandono dell’azienda sono anche coltivatori giovani, come è il caso di Stefano Vivarelli 30 anni, presidente della sezione  Coldiretti a Lizzano in Belvedere che, alcuni anni fa, grazie ai finanziamenti per il primo insediamento del Piano di Sviluppo Rurale, è diventato titolare di un’azienda agricola di 22 ettari a seminativi (foraggio e cereali) con un allevamento di una trenta vacche da latte per Parmigiano Reggiano.  “È frustrante – dice Vivarelli – perdere l’entusiasmo per questo lavoro perché vedi i tuoi campi devastati e ti trovi nell’impossibilità di utilizzare il foraggio che hai seminato perché i tuoi campi sono diventati la dispensa dove i cinghiali mangiano a loro piacimento e il poco foraggio che ti resta non è nemmeno utilizzabile perché è rovinato e non è adatto a per vacche che producono latte di alta qualità destinato alla produzione dei Parmigiano Reggiano. A volte penso che l’unica soluzione sia chiudere baracca e burattini e cercare un lavoro più tranquillo al di fuori dell’agricoltura”.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *