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Bologna: Il rapporto sull’economia durante il lockdown

Scritto da il Novembre 6, 2020

Nella città metropolitana di Bologna, la sospensione delle attività dal 12 marzo al 4 maggio ha coinvolto in media il 47% delle imprese attive (quasi 35.000) ed il 35% degli addetti (oltre 130.000).

Questi sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto sull’economia bolognese durante il lockdown della scorsa primavera. I dati sono pubblicati sul sito I numeri di Bologna metropolitana ed elaborati dal Servizio Studi e statistica di Palazzo Malvezzi.

I dati di Bologna

Tra le attività “sospese” il 71,3% (24.912 imprese) ha riguardato i Servizi, mentre il 28,7% (10.034) il settore dell’Industria.

Gli addetti nelle attività “sospese” erano invece impiegati per il 57,9% nei Servizi (75.691 addetti) e per il 42% nell’Industria (59.924 addetti).

La maggiore incidenza media sul settore dei Servizi si deve soprattutto alla maggior durata della sospensione, che ha interessato a partire dal primo periodo di lockdown la quasi totalità dei Servizi di Alloggio e ristorazione; gran parte del Commercio al dettaglio e degli Altri servizi alla persona.

Nella città metropolitana di Bologna il lockdown ha colpito in netta prevalenza i settori dell’alloggio e ristorazione (96% delle imprese sono state sospese), dei Servizi alla persona (circa l’88%); e del Commercio (dal 20% del primo periodo al 67% dei periodi successivi), seguiti da Altri servizi.
Di quest’ultimo settore circa il 68% è rappresentato a Bologna dalle Attività immobiliari, la cui sospensione totale ha contribuito al blocco del mercato immobiliare fino al 4 maggio.

Il confronto in termini di numero di addetti mostra come il settore “sospeso” più pesante sia l’Industria, seguito a notevole distanza dal Commercio, dall’Alloggio e ristorazione e dagli Altri servizi. Per quanto riguarda il settore delle Costruzioni, che rappresentava il 18% delle imprese “sospese”, rappresenta solo l’8% degli addetti.

Il lockdown ha insistito sui settori che manifestavano già in tempi pre-Covid, segnali di fragilità, come il Commercio, che vede da diversi anni una contrazione continua del numero delle imprese; o come l’Alloggio e ristorazione, che dopo alcuni anni di crescita tumultuosa, sembra affrontare già nel 2019 una fase di rallentamento.

Il lavoro

A livello metropolitano, in valore assoluto, tra marzo e maggio sono state perse 6,4 mila posizioni di lavoro dipendente. Calo determinato in gran parte nei mesi di marzo e aprile, quando le posizioni dipendenti si sono ridotte rispettivamente di 2,5 mila e 2,8 unità; in maggio il saldo è stato di -1,2 mila unità.

Da marzo a maggio, la perdita di posizioni dipendenti si è concentrata nel Commercio e nell’Alloggio e ristorazione (-3 mila unità) e nelle Altre attività dei servizi (-1,2 mila).

L’Industria in senso stretto ha accusato una perdita pari a -1,2 mila posizioni. Per l’Agricoltura e nelle Costruzioni i saldi negativi sono invece più contenuti

La Cassa integrazione guadagni

La crescita del numero di cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è stata contrastata, a partire dal mese di marzo, dal massiccio ricorso alla Cassa integrazione guadagni, con un notevole aumento degli interventi ordinari, cui si sono aggiunti quelli in deroga con causale Covid.

Il totale delle ore autorizzate complessivamente nei mesi da gennaio a maggio è stato di oltre 34,5 milioni, ben oltre il picco storico di 26,9 milioni di ore registrate nel 2010.

In termini percentuali, le ore autorizzate sono per la quasi totalità in gestione ordinaria nei settori dell’Industria in senso stretto (92,2%) e delle Costruzioni (98%).
Ricadono nella gestione in deroga “causale COVID19” per una quota analoga nei settori aggregati del Commercio e dell’Alloggio e ristorazione, che si mostrano evidentemente per una buona parte “scoperti” dalla forma ordinaria d’integrazione salariale e costretti a ricorrere alla deroga per oltre il 93% delle ore autorizzate.

Fonte: Città metropolitana di Bologna


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